American Psycho di Ellis

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view post Posted on 27/6/2010, 10:25     +1   -1
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Per ora non darò notizie biografiche sull'autore, né cronologiche sul romanzo, m è opportuno sottolineare che da esso e da altri romanzi di Ellis sono stati tratti dei film e che si tratta di libri che hanno avuto un grande successo.
American Psycho è il racconto di una vita, quella di Patrick Bateman, un uomo di successo che lavora a Wall Street. Seguendo lui, che racconta la sua storia in prima persona non disdegnando dei riferimenti a fenomeni cinematografici come la dissolvenza, seguiamo un nutrito gruppo di persone come lui. Persone giovanissime e straricche, continuamente impegnati in diatribe su quale sia il ristorante più in del momento, su quale sia l'abbinamento perfetto per un paio di mocassini o qualcosa del genere. Le donne in questo romanzo sono "puledre" e "corpoduro", perché sono principalmente un oggetto da usare per il proprio piacere sessuale o per avere una bella presenza al tavolo prenotato di un locale raffinatissimo.
E' un mondo crudele, dove nessuno si ricorda di nessuno e tutti vengono scambiati per altre persone: difficile essere sicuri di aver visto passare X la sera prima, perché quello che conta era notare cosa X indossava, dove era e con chi era.
Di questo mondo Bateman è un esponente tipico: cinico, freddo, descrive le persone associando ogni capo di vestiario ad uno stilista, conosce una sfilza di marche di prodotti di bellezza, che adopera ogni giorno, parla degli oggetti che compra come un catalogo di Postalmarket e della musica che ascolta come una rivista. Ogni volta che risponde ad una domanda su argomenti del genere, diventa un libretto d'istruzioni su due gambe, come la pseudo moglie di Truman in The Truman Show.
Bateman, tuttavia, ha qualcosa di diverso rispetto agli altri. Non sto parlando delle sue ossessioni: restituire delle videocassette (vera e propria formula che accompagna le sue telefonate e giustificazione principale gli apputnamenti a cui ha dato buca), non perdersi una puntata del Patty Winters Show (un programma di massa incentrato su argomenti il più delle volte strambi), prenotare un tavolo al Dorsia (dove cena il suo idolo Donald Trump e dove riesce a cenare solo grazie all'intercessione di suo fratello, personaggio altrettanto inqueitante), scoprire qualcosa sul portafaglio Fisher. Sto parlando del fatto che da vero lupo mannaro Bateman di notte diventa un feroce assassino, che uccide con gelida meticolosità, torturando le sue vittime superando di gran lunga ogni stereotipa perversione sessuale.
In questo mondo in cui nessuno conta, queste morti sembrano passare inosservate e perciò American Psycho non è un thriller, perché non ci sono indagini, né sospetti, tutto accade nell'ombra e senza conseguenze per la vita di tutti.
Ellis è maestro nel gestire il climax del libro: riesce a dosare le esplosioni di violenza nei primi capitoli, facendoli venire fuori solo come frasi dette da Bateman al telefono o al suo interlocutore, che prontamente sembra non cogliere quelle parole e continua la conversazione come se non fosse stato detto niente. Ellis getta il lettore nel dubbio che tutto quello che Bateman dica sia solamente frutto della sua mente da cocainomane psicotico, e che non solo quelle parole così crudeli non vengano mai pronunciate, ma che anche i delitti siano tutta una montatura del narratore-protagonista. Comunque ad un certo punto questa violenza esplode: si passa dalle affermazioni ai fatti e Bateman si mostra in tutta la sua sadica capacità di nuocere. La stessa meticolosità delle descrizioni del vestiario, è impiegata in quelle delle torture che le sue vittime subiscono. A volte le descrizioni si sovrappongono, perché mentre è intento a raccontare le sue azioni, ricorda senza trascurare un dettaglio la marca degli oggetti che utilizza o il loro prezzo o il negozio che le vende.

Mi fermo per il momento, per non affaticare la lettura, se vogliamo continuare a parlarne postate pure...
 
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joncos
view post Posted on 27/6/2010, 13:58     +1   -1




Come mai ti ha colpito questa lettura?
 
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view post Posted on 28/6/2010, 08:47     +1   -1
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Allora, in effetti non potrei dire che il libro abbia una trama e quindi sia avvincente, ma ha una grande capacità di coinvolgimento.
Quello che è veramente particolare è il linguaggio del libro: le descrizioni nei minimi particolari sono upgrade delle descrizioni classiche, perché non indugiano semplicemente sugli oggetti, ma anche sulla loro marca o sulle loro caratteristiche. Insomma c'è la voce della pubblicità che serpeggia in tutto il romanzo. Non avevo mai letto niente del genere. Dall'altra parte le descrizioni degli esseri umani sono sommarie e vanno spesso per categorie: a volte si possono immaginare queste ombre-uomini che indossano capi perfettamente riconoscibili.
Anche a livelo tecnico il libro è pieno di trovate interessanti (anche se Ellis in altri romanzi ne utilizza di ben più sensazionali): ci sono capitoli lasciati non finiti, che terminano nel mezzo di un periodo o di un frase; c'è un brusco passaggio in uno dei capitoli finali dal narratore interiore alla narrazione in terza persona; ci sono riferimenti a tecniche cinematografiche o comunque ad una scrittura per il cinema e, tuttavia, questo è uno di quei romanzi che non è confezionato pronto per il grande schermo, perché Ellis utilizza bene le potenzialità del supporto libro e scrive un romanzo, non una sceneggiatura; infine ci sono dei capitoli che sono dei veri propri inserti musicali, cioè delle recensioni di gruppi musicali che possono veramente essere letti fuori dal contesto del romanzo, perché sono completamente slegati dal resto.
Ho volutamente trascurato fino ad ora un aspetto del libro che come lettore mi ha toccato in maniera dublice; alludo, naturalmente, alle descrizioni truclente delle torture e degli omicidi. La fantasia di Ellis- autore e di Bateman-narratore-protagonista non ha limiti: non so se attinge a tutto il panorama splatter-horror (a naso direi di sì) della sua epoca, ma ci sono descrizioni di violenza che hanno una varietà straordinaria. A volte fa paura! Anzi, ad essere sincero più di una volta ho provato una sensazione di nausea mista ad una voglia di piangere, perché certe crudeltà prendevano forma nella mia mente e mi scuotevano nel profondo. Certo è solo un libro! Ma non pensavo che un libro, privo di immagini o di atmosfere, potesse essere così impressionante. Il rovescio della medaglia è che si può prendere tutto quello che Ellis scrive come un film splatter qualsiasi e farsi grasse risate delle follie descritte. Quello che voglio dire è che non mi sentirei di escludere da parte di Ellis una certa volontà di irridere un certo filone cinematografico.
Per altre curiosità, sarò qui...
 
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view post Posted on 8/7/2010, 10:08     +1   -1
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Volevo mostrarvi anche quanto sono evocative le copertine all'edizione italiana e a quella americana

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Qualcuno di voi ha visto il film e sa dirmi se si risolve semplicemente in un concentrato di scene splatter?
 
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antorusso81
view post Posted on 8/7/2010, 11:27     +1   -1




a me è parso un film discreto, con un eccellente cast, lo stesso Christian Bale nel ruolo di Bateman è molto bravo. Non è un capolavoro, ma rende abbastanza bene il libro.

 
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view post Posted on 9/7/2010, 17:34     +1   -1
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E per quanto riguarda le scene di violenza? Sai se sono minimamente vicine a quelle del libro temo che il mio stomaco mi imponga di non vederlo...
 
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view post Posted on 12/7/2010, 20:26     +1   -1
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Ho letto qualcosa a proposito di Moccia e del fatto che utilizzi le marche nelle sue descrizioni...siccome era un aspetto che avevo apprezzato in Ellis perché sintomatico di una realtà stracolma di pubblicità, non è che devo rivalutare i miei pregiudizi sui libri di Moccia e leggerne qualcuno?
 
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fcrecchi
view post Posted on 14/8/2010, 10:13     +1   -1




Sotto invito di Dario, provo ad esporre qui una mia idea sul libro. Come già detto, il libro non ha una vera e propria trama, comunque, visto che parlerò di un episodio in particolare, attenti allo SPOILER!!
SPOILER (click to view)
Patrick Bateman, oltre ad essere confuso riguardo all'identità delle persone che incontra, soffre anche di allucinazioni (mi viene in mente quando dice che, ultimamente, il bancomat gli parla o quando era stato impaurito dalla panchina del parco che lo aveva inseguito parlandogli), spesso dice cose sbagliate (quelle che ho notato e che adesso mi ricordo sono quando dice che "You can't always get what you want" è dei Beatles o quando parla dell'odore del monossido di carbonio) ed inoltre non è facile capire quando parla e quando pensa (spessissimo accade che racconta di aver detto cose violentissime ai suoi compagni, e questi non reagivano minimamente: questo perché non ascoltavano e prendevano tutto per uno scherzo o perché lui non diceva veramente quelle cose?). L'episodio che mi ha messo più dubbi è l'omicidio di Paul Owen: Patrick descrive precisamente come lo ha ucciso, come ha creato il diversivo dicendo che Paul era andato a Londra, come ha incontrato il detective (che gli dice che nella sera in cui Owen è scomparso un po' di persone hanno confermato di essere uscite con Patrick) e come ha ucciso le due accompagnatrici nell'appartamento di Owen. Le cose strane succedono quando torna a vedere cosa è successo in quell'appartamento e, non solo lo trova cambiato e la chiave non entra nella serratura, ma vede che l'appartamento di Owen è in vendita (e lui riconosce che è l'appartamento di Owen perché riconosce i mobili) e tutto lo stabile è stato riempito di fiori come a coprire un odore. Cosa è successo? In preda ad allucinazioni ha sbagliato palazzo? L'agente immobiliare gli dice che Owen non abita lì. Lui sembra pensare che l'agente immobiliare abbia capito tutto: allora perché non lo ferma e lo denuncia? Perché è un mondo cinico? Il dubbio che mi viene è: lui ha veramente ucciso Paul Owen, o anche l'omicidio (e magari tutti gli altri) sono frutto di allucinazioni? Quando incontra il collega cui, al telefono, aveva confessato tutto, questo gli dice (scambiandolo per un'altra persona) che Bateman è un coglione e non può aver fatto tutte quelle cose, anche perché Owen è vivo, a Londra, e lui stesso c'ha mangiato insieme due volte: anche qui, è il collega che ha scambiato Owen per qualcun'altro (come del resto capita sempre anche a Bateman) oppure Owen è veramente a Londra, ed il suo omicidio è solo un'allucinazione, un evento accaduto solo nel mondo di Patrick? Il messaggio lasciato in segreteria da Patrick viene preso come se registrato da Owen: e se fosse lasciato da Owen e Patrick, allucinato, ha pensato di averlo lasciato lui? In conclusione, Patrick stesso parla a volte del "suo mondo": ma il suo mondo è il mondo reale ma regolato dalle sue regole perverse, o un mondo che esiste solo nella sua testa, frutto dell'abuso di droga, alcool e psicofarmaci?


Le ambiguità di cui ho parlato mi hanno affascinato molto: secondo voi l'autore ha voluto veramente lasciarle, o sono io che mi sono fatto delle idee sceme?
Attendo affamato le vostre opinioni :P
 
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view post Posted on 16/8/2010, 20:38     +1   -1
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Beh, nonostante abbia cercato di pensarci a fondo per cercare di articolare la risposta, non ci sono riuscito.
Per questo dovrò rispondere seccamente alla tua domanda: sì, l'autore ha fatto apposta a lasciare aperte queste ambiguità. No, non ti sei fatto idee sceme, anzi trovo che hai sollevato una serie di problemi ermeneutici interessanti.
Il problema del narratore di American Psycho è proprio che non sappiamo abbastanza di Bateman, perché le nostre informazioni fanno capo solamente a lui, che sappiamo essere bevitore, cocainomane, ecc. Non saprei cosa dire da questo punto di vista senza ripetere le tue considerazioni o le mie fatte sopra.
Sarebbe interessante riportare qualche passo dove possiamo cogliere questa ambiguità, ma purtroppo non ho con me il libro.
Qualcuno che ne capisce di musica e ha letto il libro potrebbe fare qualche considerazione sui capitoli/recensione e sui gusti di Bateman?
 
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8 replies since 27/6/2010, 10:25   923 views
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